FASOLARI
PREPARAZIONE
Pasta con fasolari
Per una pasta con i fasolari si può procedere in questo modo: dopo aver aperto i fasolari, preferibilmente a crudo entrando all’interno delle valve con un coltello affilato per togliere la carne e dopo averli privati dello “stomaco” (el boton nero), si sminuzzino a piccoli pezzi con una forbice o la mezzaluna (attenzione a non passarli al mixer poiché la carne si sfibrerebbe!). Un consiglio: per facilitare le operazione di apertura a crudo e di pulizia, è d’uso congelare i fasolari e lavorarli quando sono appena scongelati.
Preparare poi un soffritto a base di aglio, olio extra vergine di oliva, e sfumare con un po’ di vino bianco. Alla fine aggiungere il trito di fasolari ed aggiustare il sugo con un po’ di pepe. Contemporaneamente cuocere la pasta “al dente” (che può essere sia lunga come spaghetti o bavette o corta come farfalle, ma anche orecchiette) ed una volta scolata la si versi sul sugo, aggiungendo un po’ di prezzemolo e servire. Non salare il sugo, solo l’acqua di cottura della pasta.
Il sugo proposto è semplice e richiede l’uso di pochi ingredienti, ed è un’indicazione per preparare un qualsiasi sugo con molluschi. L’uso di pochi ed essenziali ingredienti e la breve cottura delle carni esaltano i diversi gusti peculiari di ogni specie.
Inoltre, il pepe può essere sostituito con peperoncino, l’aglio con la cipolla. Il sugo può anche essere arricchito con erbe aromatiche, ma ci limitiamo suggerire la foglia di alloro che è utile per ammorbidire un eventuale gusto troppo “di pesce”. E sin qui, il sugo descritto, come da tradizione veneto-istriana, è “rigorosamente in bianco”, ma molte ricette contemplano anche l’uso di pomodoro sia fresco che in conserva. Qualora si volesse fare una pasta con sugo rosso, suggeriamo di cuocere i pomodori (utilizzando la varietà ciliegina), in una padella a parte, a fuoco vivace, assieme a un po’ d’aglio, ed inglobarli alla pasta con i fasolari solo all’ultimo.
Come ci si può immaginare le variazioni e le sfumature che si possono apportare sono illimitate, cominciando ad esempio dal modo di addensare il sugo stesso, che prevede essenzialmente l’uso della farina bianca (farina de fior) o del pangrattato, con l’accortezza che la farina, alla maniera di Grado, deve venir cotta, e quindi deve essere inglobata nel sugo già con il soffritto, mentre il pangrattato lo si aggiunge al momento di saltare la pasta altrimenti, cuocendosi, si tosta, e al palato può dare il fastidioso “effetto sabbia”.
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